Attacco CSM ad Avvocatura su eccessiva lunghezza tempi civile

ottobre 01, 2012  |   Blog   |   Commenti disabilitati su Attacco CSM ad Avvocatura su eccessiva lunghezza tempi civile
COMUNICATO STAMPA 

GIUSTIZIA; ANF: STUPISCE ATTACCO CSM AD AVVOCATURA SU ECCESSIVA LUNGHEZZA TEMPI CIVILE

PRIMA DI COLPEVOLIZZARE ALTRI OCCORRE RIFLETTERE SU RESPONSABILITA’ DI TUTTI

 

“Stupisce l’attacco che il vicepresidente del Csm Michele Vietti sferra oggi all’avvocatura, colpevole, a suo dire, di opporsi ingiustificatamente al filtro in appello.

Sarebbe auspicabile che prima di colpevolizzare la categoria degli avvocati per le inefficienze del sistema giudiziario, si desse anche uno sguardo obbiettivo in ‘casa propria’.

Meraviglia infatti che tali affermazioni provengano da una Istituzione che ha compiti ben precisi per quanto riguarda il buon funzionamento della macchina della giustizia, a partire da quell’esigenza di tempi certi e celeri, che purtroppo spesso è proprio la magistratura a non rispettare per prima. Ad esempio basta ricordare i tempi di deposito delle sentenze che quasi mai vengono rispettati.”

Così Ester Perifano , segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense commenta l’intervento del vicepresidente del Csm Michele Vietti sulle pagine di oggi del Corriere della Sera, “La giustizia civile e i 550 mila appelli”.

“Non abbiamo bisogno di riforme che annichiliscano lo Stato di diritto, ma –continua Perifano –  abbiamo bisogno piuttosto che le norme che gia’ esistono vengano applicate e questo, e’ evidente, dipende dalla magistratura, alla quale lo Stato affida questo compito.

Vietti auspica l’operazione ‘scrivanie pulite e senza fascicoli’, con buona pace però del diritto di cittadini e imprese di veder tutelate le proprie ragioni.

Fondamentale l’errore di prospettiva nel quale incorre Vietti, e altri, ed è bene ricordarlo : attualmente in appello vengono riformate ben il 32% delle sentenze di primo grado, il che dimostra che l’appello svolge un ruolo importante.

I sostenitori della giustizia fast vadano a spiegarlo ai cittadini e alle imprese che occorre far presto  e che loro fondate ragioni vanno sacrificate perché il modello tedesco impone così.”

Infine – conclude Perifano – la sortita di Vietti è ingenerosa, perché sa perfettamente che se il sistema non è ancora collassato definitivamente, ciò è dovuto esclusivamente ai 6000 giudici onorari  ( rispetto ai poco più di 8000 togati), per larghissima parte avvocati, manovalanza a buon mercato, che non hanno diritti e non possono pretendere nulla, eppure mandano avanti, con la loro competenza, uno dei poteri dello Stato.

Forse qualcuno dovrebbe scusarsi.”

Roma 25 luglio 2012

 

 

GIUSTIZIA; ANF AL MINISTERO DI VIA ARENULA: NIENTE TRATTATIVE AL RIBASSO E ULTIMATUM SUI DIRITTI DEI CITTADINI:GUAI A METTERE NELLO STESSO CALDERONE LA RIFORMA DELLE PROFESSIONI E QUELLA FORENSE,  LO SMALTIMENTO DELL’ARRETRATO E IL FILTRO IN APPELLO NEL PROCESSO CIVILE

“Preoccupa molto l’approccio del Ministero di giustizia, pronto al dialogo con gli avvocati solo nel momento in cui ne ha bisogno per risolvere un problema, in questo caso l’arretrato civile, che gli avvocati non hanno certo contribuito a creare. Anche l’evolversi del dibattito inerente la riforma della professione forense, che secondo le anticipazioni  potrebbe avere un percorso preferenziale rispetto alla delegificazione prevista per le altre professioni, rischia di ridursi ad uno spot, considerati i tempi della legislatura. Da ultimo le misure previste per il filtro in appello, sono in linea purtroppo con la filosofia della squadra dell’attuale Guardasigilli, coerente con l’impostazione dei precedenti inquilini di via Arenula degli ultimi anni, ovvero lo smantellamento dello Stato di diritto, operazione fatta tutta a spese dei cittadini, che vengono considerati numeri e non persone”. Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, Ester Perifano, che aggiunge: “Nel contempo nulla è dato sapere sul reale progetto per lo smaltimento dell’arretrato, ma se le linee guida sono quelle anticipate dalla stampa, è prevedibile un ulteriore flop. Nel merito, per citare solo alcuni elementi non condivisibili: è l’ennesimo intervento che non prende in considerazione i giovani, si vorrebbe, infatti, far ricorso ad avvocati, magistrati e giudici onorari in pensione, privilegiando categorie cioè che già godono di trattamenti pensionistici di tutto rispetto, e che sommerebbero a questi altri compensi. E’ assurdo, inoltre, pensare di coinvolgere professionisti che non hanno la cultura della giurisdizione, come i notai, e che già in occasione delle sezioni stralcio del 1995 non hanno dato i risultati sperati.”

“Deve cambiare profondamente questo approccio – aggiunge il segretario generale Anf – si deve finalmente riconoscere la competenza e la qualificazione di una categoria, quella forense, che negli ultimi anni è stata colpita pesantemente da provvedimenti spesso ispirati da una filosofia punitiva. Gli avvocati non ci stanno a svolgere un ruolo ancillare, sono disponibili a collaborare solo se non saranno chiamati a subire degli ultimatum e potranno invece avanzare precisi suggerimenti, nell’interesse dei cittadini e anche delle esigenze di risanamento delle Casse dello Stato, delle quali peraltro si sono sempre fatti carico responsabilmente, facendo ad esempio funzionare molti tribunali grazie all’opera di sostituzione svolta”. 

“Attendiamo di ascoltare il Ministro Severino il 26 luglio – conclude Perifano – e sospendiamo per ora il giudizio sulle anticipazioni relative alla riforma forense, senza poter tuttavia nascondere i nostri dubbi sulla effettiva possibilità di riuscita, visti i tempi ristrettissimi della legislatura”.

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